E’ il dopo che dubbia terrore
satolli con muto candore
riversi in guanciali di piume
s’annebbia la vista e l’acume
con ventri sull’orlo di strappo
l’amabile tosto vi stappo
e pari alla goccia del vaso
straripa in pressione il travaso
martirio di viscere umane
ch’han visto sul pane e salame
tortelli volatili e peggio
è l’auge del vile scoreggio
che come in caldaia impazzita
ribolle mistura ritrita
castagne granturco e l’arancia
che caglia ben presto in ‘sta pancia
Natale! Che festa squisita
ce n’è da leccarsi le dita
ma è certo che a voi il resto lasso
chè temo dell’ano un prolasso
Giovanni Verrasta
Opossum: dinaugurando tutti di un bel Natale farcito, vi solleziono e
sollerto a impensamenti infondi. Da me personante io il Verrarta verace e
loquace che vividendo in poca mestizia d’impronto al convertimento appresto
sarò. D’appresto inquanto non so, amici miei carissimi, ma chepprima se
dapprima eppoi forse chissà…sarà.
Vi solstizio inqunque alle preparazioni spiritande pel millenario ch’è in
divenire, ch’è tutto regalato, giorno più giorno meno. Godetevela,
godetevela, godetevela!!!
dalla raccolta di scrittura creativa di Giovanni Verrasta